Automatizzare la farmacia conviene


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di Carlo Buonamico

Agevolazioni vecchie e nuove permettono di accedere a significative detrazioni fiscali e alla copertura degli interessi per finanziamenti e leasing per l’automazione del magazzino. Si recupera anche per gli arredi e per l’advertising.

La ripartenza e il rilancio delle attività produttive passano anche attraverso le misure economiche a sostegno delle imprese italiane. Farmacie comprese. Basta sapere a quali leggi messe a disposizione dal governo fare riferimento.

Automazione: credito d’imposta al 40% e copertura degli interessi per finanziamenti

Tra le misure che maggiormente possono interessare la farmacia vi sono soprattutto le agevolazioni fiscali che riconoscono un credito di imposta alle imprese che ne fanno richiesta. «Di particolare rilievo è la possibilità di aver riconosciuto un credito di imposta del 40 per cento, utilizzabile in compensazione in cinque anni, per l’acquisto di beni materiali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dell’impresa, che abbiano un importo massimo di due milioni e mezzo di euro. Si tratta di una misura che sostituisce, nella maggior parte dei casi in maniera peggiorativa, quello che era il super e iperammortamento», indica Tullio Baldin, Dottore Commercialista dello Studio Brunello Società tra Professionisti.

Questa agevolazione fiscale è riconosciuta per l’acquisto di beni strumentali nuovi tra il 1° gennaio 2020 e il 31 dicembre 2020 ovvero per i beni per i quali sia stato versato almeno un acconto del 20 per cento entro il 31 dicembre 2020 e il cui costo totale sia saldato entro il 30 giugno 2021.

Ma cosa possono acquistare le farmacie in concreto beneficiando di questa misura economica? «I beni ammissibili al credito d’imposta del 40% sono indicati nell’allegato A della legge 11 dicembre 2016, n. 232. Nel caso delle farmacie, tra le spese più interessanti che possono ricadere in questa agevolazione vi sono quelle riguardanti il magazzino automatizzato», commenta Baldin.

Un esempio pratico può aiutare a comprendere meglio le potenzialità offerte da questo tipo di intervento economico. Ipotizzando un costo di centomila euro per l’acquisto di un magazzino automatizzato, la farmacia avrebbe diritto, oltre al normale ammortamento, a un credito d’imposta complessivo di 40 mila euro da utilizzare in compensazione in cinque anni – in sostanza 8 mila euro di credito d’imposta all’anno – a partire dall’anno successivo a quello in cui il bene entra in funzione.

In tema di automazione della farmacia «è bene ricordare anche la possibilità di fare ricorso alla cosiddetta “Nuova Sabatini”. Si tratta di una legge che incentiva l’acquisto di macchinari e attrezzature per l’impresa coprendo gli interessi legati all’eventuale finanziamento o leasing a cui la farmacia potrebbe dover ricorrere per l’acquisto, ad esempio, del magazzino automatizzato. In questo caso il contributo statale corrisponde all’ammontare degli interessi, calcolati sul finanziamento richiesto con un tasso del 2,75 per cento. Finanziamento che deve avere un valore compreso tra i 20 mila e i 4 milioni di euro, da estinguersi in 5 anni», continua il fiscalista. E non è tutto. Infatti, entrambe le misure descritte non sono esclusive l’una dell’altra, ma possono essere combinate tra loro per massimizzare l’effetto di sostegno all’impresa.

Arredi: più facile cambiarli con il credito d’imposta del 6%

Da più parti si parla della necessità di rivedere il layout della farmacia alla luce dei nuovi customer jorney dettati dalle regole che impongono il distanziamento sociale anche all’interno dei punti vendita. Il cliente-paziente di fatto non è più libero di girare in tutta la farmacia esplorando tutti i suoi angoli.

Qualcosa dovrà quindi cambiare nell’esposizione dei prodotti e, ragionevolmente, anche parte degli arredi. Anche in questo caso la farmacia può accedere a un sostegno economico. Si tratta di un credito d’imposta del 6 percento per l’acquisto di tutti i beni – quali banconi, isole e discese – che non possono beneficiare del credito del 40 per cento (e neanche di quello del 15% riguardante determinati beni immateriali).

Bonus pubblicità

Forse non tutti sanno che anche le farmacie, in quanto imprese, possono accedere al cosiddetto “Bonus pubblicità”. Si tratta di un’ottima risorsa in un periodo in cui comunicare i propri servizi ai clienti è sempre più importante nell’ottica di fidelizzare e ampliare il proprio bacino d’utenza.

Le farmacie possono usufruire di un credito di imposta pari al 50 per cento delle spese pubblicitarie sostenute per la promozione su tutte le testate giornalistiche registrate. Di particolare rilievo il fatto che fino al 2019, questo credito di imposta era riconosciuto solo sul valore incrementale dell’investimento pubblicitario rispetto all’anno precedente. Oggi, invece, come indicato nel Decreto Rilancio, questa misura vale per tutto l’investimento effettuato nel 2020. «Ci sono, però, alcune regole da rispettare: la pubblicità può essere fatta sia sulla stampa cartacea che tramite Tv e radio, sia locali che nazionali purché non partecipate dallo Stato, ma per poter usufruire di tale credito, bisogna farne “domanda” nella finestra temporale che va dal 1° al 30 settembre», precisa Baldin.

E l’online? Interessantissimo il fatto che si tratta di un canale incluso nell’agevolazione e che, per sua natura, non può fare un distinguo tra nazionale e locale. Tuttavia, evidenziano gli esperti, non è ammessa la promozione su ciò che non è una testata giornalistica. Restano quindi escluse dall’agevolazione tutti i canali social come Facebook, Instagram e simili.

Un suggerimento inoltre, per non perdersi eventuali agevolazioni che possano risultare interessanti, è quello di tenere sott’occhio anche le agevolazioni e i bandi Regionali, che possono variare da Regione a Regione, e non solo quelle a livello nazionale.