Farmacista e medico: professioni incompatibili


Per essere sempre aggiornato sugli ultimi articoli, lasciaci la tua email!

di Carlo M. Buonamico

La recente sentenza del Tar Marche ribadisce che la professione del farmacista e quella del medico devono rimanere distinte. Lo strumento del controllo societario non depotenzia la portata le norme che hanno finalità d’interesse pubblico.

Carta canta: la professione medica e quella del farmacista sono incompatibili e devono essere mantenute ben distinte. Se ce ne fosse stato bisogno, a ribadire il concetto – già ben definito dal Testo unico delle leggi sanitarie (Regio decreto 27/07/1934, n. 1265) e dalla legge 362/1991 – ci ha pensato la sentenza n. 106/2021 del Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Regione Marche, che lo scorso 9 febbraio si è espressa contro la cessione di una farmacia a una società che si occupa di assistenza medica.
La storia inizia nel 2018 e vede in campo tre protagonisti, divenuti poi antagonisti: la farmacia comunale numero uno di Ascoli Piceno, la società Farmacia San Marco srl e Federfarma.
San Marco partecipò all’asta pubblica con cui il Comune di Ascoli Piceno vendeva le farmacie comunali 1 e 4 e si aggiudicò la numero 1. La farmacia cambiò quindi proprietà e continuò a esercitare la propria attività (cosa che continua anche oggi).
Ma «l’allora presidente di Federfarma Marche, Pasquale D’Avella, scomparso lo scorso anno, notò che la San Marco era detenuta da un’altra società, la Casa di Cura Privata Villa San Marco srl che si occupa di assistenza medica. E decise di presentare immediatamente il ricorso al Tar insieme all’Ordine dei farmacisti», racconta il vicepresidente di Federfarma Marche, Marco Meconi.  Ricorso che è stato accolto con una «sentenza immediatamente esecutiva, che dovrebbe togliere a San Marco la proprietà della farmacia», aggiunge. Vero è che la sentenza non è ancora passata in giudicato, e «probabilmente San Marco farà ricorso al Consiglio di Stato, di fatto sospendendo temporaneamente quanto deciso dal Tar».
Cosa potrebbe accadere allora alla farmacia 1 di Ascoli Piceno? In attesa della sentenza dei giudici di Palazzo Spada, la farmacia potrebbe continuare a esercitare la propria attività.
Qualora la vicenda si concludesse con la conferma della sentenza del Tar potrebbero poi aprirsi diversi scenari. Dalla necessità di dover bandire una nuova gara per l’aggiudicazione della proprietà della farmacia, al passaggio di proprietà a So.Farma.Morra che arrivò seconda in classifica nell’asta del 2018. Sempre che questa società non decida di chiedere i danni per il mancato guadagno derivante dall’errata assegnazione al Comune o all’Azienda sanitaria unica delle Marche, che a quel tempo non rilevarono alcuna incongruità nell’operazione di San Marco.
Ciò che è certo è che la sentenza del Tar «costituisce un precedente giurisprudenziale molto netto, che mette al riparo le farmacie da un possibile assalto da parte di gruppi che si occupano di assistenza medica che, magari attraverso un sistema di società controllate, possano acquisire farmacie di comunità. E siamo davvero orgogliosi di essere stati promotori di questo pronunciamento», riferisce Meconi.
«Ovviamente occorrerà attendere l’esito del probabile appello, ma non c’è dubbio che il principio affermato è chiaro: lo strumento del controllo societario non depotenzia la portata delle norme sull’incompatibilità nella gestione delle farmacie, che hanno finalità d’interesse pubblico e assicurano l’indipendenza tra coloro che sono chiamati a prescrivere i farmaci, cioè i medici, e coloro che i medesimi farmaci dispensano, cioè i farmacisti» , commenta Quintino Lombardo, avvocato dello studio legale Hwp – Franco Lombardo Cosmo.